I Viaggi di Kiara

Marrakech

Tre giorni nel mistero del Marocco: Marrakech

Casablanca, 16 giugno 2015

E’ il 16 giugno 2015 e siamo in viaggio oramai da quattro giorni e la nostra prima tappa extra-europea è il Marocco in Africa. Giungiamo a Casablanca intorno alle ore 7.00 di mattina e il sole illumina la nostra cabina posta a poppa della nave, mi affaccio alla terrazza ed avverto che oggi sarà una giornata estremamente calda, ma non afosa e con poca umidità.

Scendiamo a terra intorno alle ore 8.30 e veniamo informati dalla nostra guida che la temperatura è di 25°C (ma per fortuna non vi è tanta umidità) e che dovremo percorrere circa 220 km per raggiungere Marrakech e una durata di viaggio dalle 3h alle 4h a seconda del traffico che troveremo uscendo da Casablanca (che secondo le stime potrebbero volerci anche 40/45 minuti).

Il paesaggio mano a mano che usciamo da Casablanca cambia aspetto sempre di più e rimaniamo sempre più stupiti da questo assai lontano dal paesaggio europeo ed italiano in generale. Dopo circa un’oretta riusciamo ad imboccare l’autostrada A7 quella che ci porterà a Marrakech intorno alle 11.30/12.00 per cominciare la nostra visita.

Lungo la tangenziale che collega Casablanca a Marrakech si vedono numerosi villaggi berberi (molto belli mi sarebbe piaciuto molto vederlo di persona e da vicino) che attirano la curiosità dei molti presenti sul pullman, ma anche altre cose che attirano la curiosità come la vegetazione che cambia repentinamente da zona a zona.

Dopo una sosta di una mezz’oretta per andare a prendere un caffè o un tè alla menta (usanza tipica marocchina) per ripercorrere gli ultimi, si fa per dire, chilometri che ci porteranno a Marrakech ed iniziare la nostra visita nella tanto famosa città marocchina.

Carrozza tipica di Marrakech

Intorno alle ore 11.45 arriviamo a Marrakech e non vediamo l’ora di scendere dal pullman che anche se comodo abbiamo il bisogno di scendere, la prima tappa è la Moschea di Koutoubia (o dei Librai) che è stata costruita intorno al 670 ed è la più antica del mondo islamico. La moschea si compone di un grande porticato e più avanti la sala di preghiera divisa in 17 navate con pilastri bianchi che formano una pianta a T. Il minareto della suddetta moschea è stato terminato nel 1196 ha un’altezza di 69 metri e 12.80 per lato la decorazione dello stesso è diversa da lato a lato composta da rilievi, stucchi, pitture, maioliche verdi ed azzurre.

Abbandonata la moschea andiamo a visitare il palazzo di El Bahia che si estende per 800 mq ed è composto da circa 150 stanze decorate tutte con marmo, legno di faggio e cedro, stucco e zellige. Il palazzo è suddiviso in edifici singoli disposti in maniera casuale e disordinato dove si trovano tra edificio ed edificio giardini con immensi alberi che emanano odori e profumi assai forti di arancio, banano, cipresso, ibisco e gelsomino.

Prima di un delizioso pranzo marocchino (a base di verdure speziate, pollo con olive, cous cous alle verdure, anguria e dolci tipici del Marocco e un delizioso tè alla menta) nel ristorante dove è stato girato il film di HitchockL’uomo che sapeva troppo” (infatti alle pareti si vedono le foto del regista e degli attori che hanno girato il film) giriamo qua e là per la medina ma con la guida, poiché abbiamo anche paura di perderci nel dedalo delle strade che compongono la medina stessa che con le sue mura chiude la città vecchia per 12 km dove al centro si trova la piazza Talaa che visiteremo a fine giornata.

Subito dopo il pranzo e un po’ di shopping in un bazaar tipico marocchino ci dirigiamo a Medersa Ibn Youssef che era secoli addietro una scuola coranica di origine architettonica arabo-andalusa ed è la più grande del Marocco. Di fronte all’ingresso sul lato opposto la sala di preghiera divisa in tre navate con colonne in marmo dove tutto è sorretto da una cupola lignea decorata da motivi geometrici. La scuola ha chiusi i battenti nel 1960 (per restauro) e riapre al pubblico solo dopo 22 anni nel 1982.

Prima di rientrare a Casablanca ci rimane da visitare Piazza Talaa cuore della Medina e poi lì per noi turisti viene improvvisato anche uno spettacolo con l’incantatore dei serpenti che poi al termine dello stesso rimontiamo finalmente esausti ma felici della nostra escursione a Marrakech che ha tanto riempito il nostro cuore.

F.to Chiara Casebasse (tratto dal mio diario personale di viaggio nella quale annoto impressioni di viaggio ed altro ancora…)

Scritta locale in marocchino

                   Una scritta particolare in marocchino            Giardino del Palazzo Reale

Due scritte in marocchino (non so cosa c’è scritto) ma hanno attirato la nostra curiosità e i giardini del Palazzo Reale di Marrakech che hanno attirato la curiosità per la sua straordinaria grandezza e gli alberi da frutto che essa propone. Una visita che merita su tutto il palazzo reale.